Policitemia vera, il trattamento con Rusfertide stabilizza i valori di ematocrito, riducendo il ricorso alla flebotomia


I dati aggiornati dello studio di fase 2 REVIVE hanno mostrato che nella policitemia vera, il trattamento con Rusfertide, un agente mimetico dell’epcidina, permette di mantenere livelli di ematocrito stabili per un periodo di 2,5 anni, riducendo in modo significativo il ricorso alla flebotomia.

Nei pazienti trattati con Rusfertide è stato riscontrato un tasso di risposta del 69,2%, dove la risposta è stata definita come mantenimento dell’ematocrito al di sotto del 45% durante 12 settimane di trattamento senza effettuare flebotomie.
Nel gruppo controllo, i cui i pazienti erano trattati con placebo, il tasso di risposta è risultato del 18,5%.
Inoltre, 24 dei 26 pazienti che hanno ricevuto Rusfertide non sono stati sottoposti a flebotomia contro 12 su 27 trattati con il placebo.

Nella seconda Parte dello studio la maggioranza dei pazienti trattati con Rusfertide ha continuato a non avere bisogno di flebotomia.
I livelli di emoglobina e la conta eritrocitaria sono aumentati solo quando il trattamento con Rusfertide è stato sospeso o interrotto.

I livelli medi di emoglobina sono rimasti generalmente stabili e la conta media degli eritrociti è diminuita nel corso di 2,5 anni.
Anche la conta dei leucociti è rimasta stabile.
La conta piastrinica è aumentata di circa il 30% quando i pazienti hanno iniziato il farmaco, ma non è aumentata ulteriormente durante la continuazione del trattamento con Rusfertide.
Rusfertide ha portato alla normalizzazione dei livelli di ferritina sierica nell’arco di 2,5 anni.

L’epcidina è un ormone peptidico che controlla la produzione dei globuli rossi limitando la disponibilità di ferro.
Rusfertide è il capostipite della classe degli agenti mimetici dell’epcidina, che simulando gli effetti dell’ormone sull’eritropoiesi, riduce la produzione degli eritrociti.

Lo studio REVIVE ha valutato la sicurezza e l'efficacia sul controllo dell’eritrocitosi di Rusfertide nei pazienti con diagnosi di policitemia vera secondo i criteri OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) del 2016.
I pazienti per essere arruolati dovevano avere una malattia dipendente dalla flebotomia ed essere stati sottoposti ad almeno 3 flebotomie in 28 settimane, associate o meno a una chemioterapia citoriduttiva. Inoltre, per standardizzare il valore di ematocrito all’inizio dello studio, tutti i pazienti dovevano aver raggiunto un valore inferiore al 45% prima della somministrazione di Rusfertide.

Lo studio REVIVE consiste di tre Parti. La prima comprende una fase inziale ( prime 16 settimane ) di identificazione della dose clinicamente efficace, seguita da una fase ( dalla 17a settimana alla 28a ) di valutazione dell’efficacia .

Sono stati riportati i risultati della seconda Parte ( settimane dalla 29a alla 41a ), randomizzata, in cieco, nella quale i pazienti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con Rusfertide o placebo.
La terza Parte è un’estensione in aperto con una durata massima di 3 anni.

La sicurezza e l’efficacia erano gli endpoint primari. L’efficacia è stata valutata determinando la percentuale dei pazienti responder nella seconda Parte.
Sono stati anche valutati gli esiti riferiti dai pazienti ( PRO ) nella prima Parte dello studio mediante il punteggio MPN-SAF TS ( Myeloproliferative Neoplasm Symptoms Assessment Form Total Symptom Score ).

Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario; nella seconda Parte dello studio, nel braccio trattato con Rusfertide 18 pazienti su 26 ( 69,2% ) hanno raggiunto un livello stabile di ematocrito inferiore al 45%, a fronte di 5 pazienti su 27 ( 18,5% ) nel braccio placebo, una differenza altamente significativa ( P = 0,0003 ).

La risposta a Rusfertide è risultata superiore, indipendentemente dal fatto che i pazienti facessero o meno anche la terapia citoriduttiva.
24 pazienti su 26 ( 92,3% ) nel braccio trattato con Rusfertide non hanno avuto bisogno di flebotomie rispetto a 12 su 27 ( 44,4% ) nel braccio di controllo.
Nelle 28 settimane precedenti l’inizio del trattamento con Rusfertide nella prima Parte dello studio, i pazienti avevano avuto bisogno di una media di 4,7 flebotomie, e più del 40% aveva dovuto eseguirne almeno 5.

Dei 70 pazienti arruolati nella prima Parte dello studio, 58 sono entrati nella terza Parte, l’estensione in aperto.

Gli unici pazienti che non hanno raggiunto livelli di ematocrito stabili con Rusfertide sono stati i pazienti assegnati al placebo durante la seconda Parte dello studio.

Gli esiti riferiti dai pazienti, tra cui affaticamento, sazietà precoce, inattività, concentrazione, sudorazione notturna e prurito, sono migliorati durante il trattamento con Rusfertide.

La maggior parte degli eventi avversi è stata di grado lieve; tre quarti degli eventi avversi emergenti dal trattamento ( 77,1% ) sono stati di grado 1/2.
L’evento avverso emergente dal trattamento più comune osservato nello studio REVIVE è stata la reazione nella sede di iniezione, di grado 1/2, e con un’incidenza decrescente durante lo studio.
8 pazienti hanno sviluppato secondi tumori maligni durante la sperimentazione. 19 dei 70 pazienti arruolati avevano avuto un tumore prima di entrare nello studio.
5 pazienti, tutti ad alto rischio, per età e/o un pregresso evento tromboembolico, hanno sviluppato eventi tromboembolici. Tutti gli eventi si sono verificati prima della settimana 100 ( ciclo 15 ). ( Xagena2023 )

Ritchie EK et al, Blood 2023; 142 ( Supplement 1 ):745 [ 65th American Society of Hematology ( ASH ) Annual Meeting 2023 ]

Emo2023 Onco2023 Farma2023



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